Molte mamme e molti papà presentano un problema comune, apparentemente semplice nel concetto ma nella realtà difficile da risolvere. Si tratta del rapporto di comprensione tra genitori e bambini in caso di capricci e scenate. Se, ad esempio, il bambino non vuole mangiare in cucina ma solamente davanti alla televisione, il controllo della situazione deve essere ripreso, soprattutto se il bambino rifiuta di sottostare alle regole con urla, pianti e scene disperate. Non si tratta di una questione di poco conto, ma di una base che se non si definisce fin dall’inizio può essere corretta con tante difficoltà.
Questa base parte dal fatto che non è sbagliato contrariare il piccolo. Non si tratta di vietare comportamenti o abitudini normali, ma di correggere quelle sbagliate. Possiamo facilmente comprendere come la volontà di mangiare davanti alla tv sia legata al piacere di guardare le immagini animate e quindi di rendere più entusiasmante questo momento. Ma nella realtà di entusiasmante non c’è proprio nulla, in quanto è buona norma consumare i pasti in un ambiente tranquillo, privo di rumori e di immagini forti.
Come gestire la televisione
La televisione offre una sensazione di tranquillità e di rapimento unico e la sua funzione deve essere tenuta ben distante dal consumo dei pasti. La sua visione in questo momento annulla inoltre la comunicazione con i genitori, non permette di concentrarsi sul cibo e sul suo valore e annulla le sensazioni legate al tatto. L’esempio della televisione durante i pasti è, in ogni caso, simbolica di tante occasioni che possono presentarsi ai genitori. In questi casi è fondamentale contrapporre ai capricci, agli strilli e alle scenate tanta calma e tanta fermezza. Le regole non sono sinonimo di cattiveria, ma la necessaria situazione che deve essere introdotta in famiglia. Il bambino ha messo in moto un meccanismo mentale molto pericoloso: ‘se faccio la scenata ottengo quello che voglio io’. Questo meccanismo deve essere fermato il prima possibile e sostituito con un ragionamento semplice, fermo e sempre uguale. E se non gli passa? Tutto passa e se la prima occasione porterà bronci e rancori, la seconda sarà accettata in modo migliore, mentre la terza potrebbe già dare ottimi risultati.
Essere sempre sinceri
Sincerità è la parola d’ordine, ovvero diventa necessario spiegare che questi comportamenti non vanno bene e che non portano a risultati positivi. E se si innesca un ricatto morale? Ad esempio il bambino privato della visione della tv in casa, potrebbe rifiutarsi di mangiare. Ecco che il buon senso deve prevalere e, senza scenate, si deve togliere il cibo al bambino, somministrandolo solo quando ha fame. Niente spuntini caritatevoli, in quanto ogni azione duramente messa in pratica sarebbe vanificata. A chi obietta questa pratica è necessario ricordare che in età puerile si gettano le basi di un comportamento maturo, educato e piacevole. Se si abitua il bambino ad ottenere ogni cosa con le scene questo sarà il suo comportamento futuro. Che dite, lo trovate produttivo e felice oppure insopportabile?
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