Sebbene con il termine Emo si intenda un genere musicale fiorito attorno alla prima metà degli anni ’80, il termine indica ai giorni nostri uno stile di vita che abbraccia il primo decennio degli anni 2000, con lo sviluppo della cultura pop emo. Se agli esordi il genere era legato ad un filone di musical heavy, addolcita da una ricchezza di melodia e da testi più introspettivi, EMO viene al giorno d’oggi inteso come fenomeno musicale molto leggero, legato a gruppi quali My Chemical Romance e Thirty Seconds to Mars. Alla fine del 2010 anche questo genere musicale si è disgregato, evolvendosi in altri generi o semplicemente scomparendo dalla produzione discografica. Molte sono le domande relative a questa scomparsa e alla mutazione delle band trainanti del genere, le quali non hanno ancora ricevuto risposte. In ogni caso la cultura EMO ha attraversato indenne ben 30 anni, spiccando solamente nel suo ultimo decennio (2000-2010).
Storia della cultura EMO
Forse la ragione deve essere ricercata nel contorno estetico manifestato dalle persone in questo periodo di tempo. EMO sta per Emotional Punk o per Emotional Pop, in ogni caso per una volontà di manifestare i propri sentimenti di tristezza al mondo con un look speciale e con un atteggiamento assolutamente fuori dal coro. L’origine dell’abbigliamento EMO deve essere ricercata nella scena straight-edge e post punk statunitense degli anni ’80, periodo in cui il genere è nato. La sua evoluzione ha condotto le persone EMO a preferire jeans o pantaloni molto attillati, maglietti con band raffigurate o con soggetti metropolitani, taglio di capelli con frangia laterale e occhi truccati soprattutto con kajal nero. Le calzature legate al genere sono sneakears leggere, soprattutto di marchi quali Converse e Vans. Cinture borchiate, anche colorate completano l’insieme, così come la presenza di molto tatuaggi e piercing. A differenza del rigore e dell’eleganza dell’abbigliamento dark, la cultura Emo pesca tra le fluorescenze e si ispira in modo leggermente più massivo alla cultura pop.
Come si riconosce un EMO
L’abbigliamento, il taglio di capelli e la preferenza accordata all’ascolto di alcune band piuttosto che ad altre, hanno condotto la cultura EMO ad orientarsi verso il melodic hardcore. Può sembrare strano, ma i testi dei gruppi musicali sono estremamente dolci, raffinati e ricchi di simbologia. Le stesse caratteristiche vengono esaltate dalla volontà della cultura EMO di dimostrarsi crepuscolare, priva di contatti con le persone che non approvano la stessa concezione della realtà. In ogni caso, la cultura EMO ha riscosso un notevole seguito in tutto il mondo e viene portata avanti anche al giorno d’oggi. Iconico di questo è la diffusione in larga scala di accessori nati con questo movimento e tutt’ora reperibili in commercio. Dalle cinture borchiate fino ai pantaloni skinny, dall’uso di sneakers di una certa tipologia fino alle t-shirts stampate con soggetti e colori ben precisi, molti sono i capi e gli accessori entrati a fare parte dell’immaginario collettivo e ampiamente sfoggiati in contesti urbani. Se questo secondo decennio del duemila sembra più confuso per quanto riguarda le ispirazioni stilistiche, sicuramente la subcultura EMO ha provveduto a gettare le basi estetiche, le quali vengono interpretate al giorno d’oggi in mille modi diversi.
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