Per comprendere le origini del movimento hippie dobbiamo fare un salto negli Stati Uniti degli anni ’60. Questo periodo storico è molto speciale, in quanto da una parte rivela il grande benessere che segue gli anni ’50, mentre dall’altro vede l’America impegnata in una delle guerre più sanguinose di tutti i tempi: il conflitto del Vietnam.
Questa premessa storica è necessaria, in quanto in questi anni le persone si trovano a vivere una guerra lontana, lontana dalle logiche di potere interne comprensibili e che nessuno ha chiesto. In realtà, migliaia di giovani americani partono per il fronte e si trovano implicati in situazioni ormai scritte dalla storia come le più crudeli e impensabili di ogni tempo. Ma c’è un movimento che si batte e che rifiuta ogni tipologia di scontro, di guerra e di logica del potere. Stiamo parlando degli hippie, persone che rifiutano la logica della vita ‘normale’, per seguire filosofie legate all’amore universale, alla pace e al rispetto della natura.
Chi sono gli hippie
Queste persone vengono chiamate hippie, dove il termine è figlio della parola hipster, impiegata per descrivere il movimento beatnik che aveva popolato San Francisco all’inizio degli anni ’60. Ma ‘hip’ deriva anche “hypochondria“, un termine che indicava lo stato romantico e ipocondriaco delle persone che aderivano al movimento. In ogni caso gli anni ’60 vedono esplodere questo lifestyle a macchia d’olio non solo nella città free di San Francisco, ma in ogni zona d’America, dell’Australia e dell’Europa. Gli hippie abbracciano una filosofia di vita comune, sposano l’amore libero e l’uso di stupefacenti quali la cannabis e gli acidi.
Gli stupefacenti vengono impiegati per allargare gli orizzonti, per liberare la mente e per viaggiare nella psichedelia che si ispira ai riti sciamanici dei nativi americani. L’onda hippie parte da San Francisco, ma raggiunge il suo culmine con la Summer of Love di Woodstock, nell’estate del 1969. E’ questa l’estate della pace e dell’amore, il più grande e popolato raduno di tutti i tempi al quale partecipano artisti del calibro di Janis Joplin e Jafferson Airplain. La musica hippie sconfina il rock e il blues e abbraccia il cantautorato folk che imperversa in questi anni.
L’abbigliamento distintivo è immediatamente riconoscibile. Gli uomini vestono pantaloni a zampa di elefante, grandi camicie a fiori e si adornano di collane e bracciali dal sapore etnico. Le donne vestono lunghe gonne gitane e si abbelliscono con fiori portati al collo o al capo. L’ispirazione indiana è molto forte, nelle stampe batik, floreali e nell’uso dei monili. Gli hippie hanno un abbigliamento istintivo, il che li porta ad essere chiamati anche ‘figli dei fiori’.
Esistono ancora gli hippie oggi?
Il movimento hippie si è via via ridimensionato nel corso del tempo. Non si può affermare che esso sia scomparso, in quanto esistono ancora comuni hippie negli Stati Uniti e in Europa. In Italia una delle più grandi comunità di questo tipo si trova in Toscana e viene chiamata il Villaggio degli Elfi.
Molte cose sono cambiate in questi ultimi anni, ma alcune persone hanno di recente riscoperto non solo l’importanza dei valori diffusi da questo movimento, ma hanno scelto di rifiutare i canoni della vita moderna avvicinandosi alla natura e scegliendo di vivere in ambienti lontani dalla frenesia della città. Hippie, in un certo senso, è un termine che può essere inteso come rottura dagli schemi prestabili, come una volontà di vivere in pace e in armonia godendo della natura e dei principi universali dell’amore e della fratellanza. Cinquant’anni fa come al giorno d’oggi.
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