Da millenni le donne partoriscono in casa e anche nel nostro presente tante donne che non possono usufruire di cure mediche devono compiere il parto nella loro abitazione. Per comprendere cosa implichi il parto in casa e come debba essere affrontato ci siamo ispirati ad una intervista di Marta Campiotti, Presidente dell’Associazione Nazionale Ostetriche Parto a Domicilio e Casa Maternità.
Sicuro o no?
La prima domanda, quella che sorge spontanea è se il parto in casa sia sicuro. La risposta è sì, il parto in casa è sicuro e coinvolge una riduzione degli interventi medici inutili su donne e bambini sani, quali ad esempio l’accelerazione del parto e l’episiotomia. Studi clinici hanno avvalorato questa tesi, basti pensare che nei paesi nordici la prassi è partorire in casa, mentre il caso speciale è partorire all’ospedale. Questo concetto apre la porta ad una base del parto in casa: la mamma deve godere di ottima salute ed essere a basso rischio. Come si determina questo fattore? Con le visite del caso, che ogni mamma mette in pratica durante la gestazione. Il rischio di problemi deve essere minimo, la mamma deve arrivare a termine di gravidanza in buona salute , presentando una pressione normale e l’ anemia fisiologica. Al contempo, il bambino deve essere cresciuto bene ed essere in presentazione cefalica. Il travaglio deve iniziare inoltre spontaneamente e non deve essere indotto ne accelerato. Ogni singola sezione del protocollo del parto in casa è conosciuta e messa in pratica dalle ostetriche che operano in questa tipologia di parto, per cui chi desidera affrontare questa avventura deve valutare assieme a loro ogni rischio e ogni aspetto positivo.
Quali sono le complicazioni?
La seconda domanda frequente risiede nella volontà di comprendere cosa comportano eventuali complicazioni che possono nascere al momento del parto. Innanzitutto le ostetriche presenti sono sempre due e viene fissata la regola che l’ospedale non deve essere lontano più di 30/40 minuti dalla tua casa, per poterlo raggiungere in tempo per fronteggiare qualsiasi emergenza.
La chiave di volta quindi nel parto in acqua è la scelta dell’ostetrica. Bisogna affidarsi ad una persona che sia vicina, che sia emotivamente affine al proprio carattere e che dimostri le competenze di cui abbiamo bisogno. Solo in questo modo è possibile disporre di un buon punto di riferimento per completare con successo il parto in casa.
Le motivazioni che possono condurre a scegliere questo tipo di parto sono diverse, dalla volontà di mettere al mondo il proprio figlio in un ambiente tranquillo, sentito e piacevole, fino al desiderio che tutto si svolga in via naturale e senza artefici. Molte donne soffrono di problematiche legate all’ambiente ospedaliero e si sentono meglio a casa propria. Ecco che questa può essere un’altra ragione per determinare la scelta del parto in casa.
Quali sono i costi?
Veniamo infine ad analizzare un tratto che si presenta spinoso. Il parto in casa ha un costo molto elevato. Si parla di circa 2000 euro, che è il compenso che deve essere dato alle ostetriche. Considerando il lavoro che queste professioniste attuano e il tempo che loro mettono a disposizione della mamma la cifra può apparire equa ma si tratta ugualmente di una spesa che merita di essere analizzata. Forse il sistema nazionale sanitario potrebbe venire incontro alle mamme che desiderano partorire in casa, in quanto alleggerirebbero gli ospedali e darebbero vita ad un lavoro alternativo alle ostetriche che desiderano operare con questi canoni.
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